Articolo pubblicato sul Fresh Plaza 22 feb 2022
Venti di guerra, non soltanto tra le vecchie repubbliche dell’Unione Sovietica, ma anche qui in Italia: tra agricoltori e autotrasportatori siciliani. Si prospettano giorni pesanti per lo sciopero iniziato alla mezzanotte di domenica del 20 febbraio 2022, che ha il sicuro effetto di rallentare le merci e l’ortofrutta isolana. L’incertezza sui tempi di consegna ai partner commerciali del nord Italia e del resto d’Europa inizia a causare nervosismi e disdette.
![](https://www.gruppoalbabio.it/wp-content/uploads/2022/04/Auto00002.jpg)
Abbiamo raccolto le rimostranze di un produttore siciliano che stigmatizza non tanto le ragioni dello sciopero, ma le modalità in cui si sta configurando, con presidi e rallentamenti.
“Le ragioni degli autotrasportatori sono certamente legittime – ha detto Vittorio Gona dell’OP AlbaBio di Marina di Ragusa (RG) – ed è inaccettabile che il carburante sia schizzato letteralmente alle stelle negli ultimi mesi e, ancor di più, nelle ultime settimane. Del resto, anche i nostri mezzi agricoli sono alimentati a gasolio e quindi ne sappiamo qualcosa. Ancora una volta il nostro Paese paga un prezzo pesante per l’infelice scelta di aver lasciato la logistica Sud/Nord al solo trasporto su gomma, escludendo quello su rotaia/intermodale. In alcune parti della Sicilia, regione che paga il prezzo più alto per la sua marginalità territoriale, le tratte ferroviarie sono le stesse dai tempi dei Borboni: una vergogna vecchia quanto l’unità d’Italia”.
“Tuttavia, manifestare non significa danneggiare altre categorie come quella degli agricoltori – ha aggiunto Gona – Se gli autotrasportatori hanno il diritto di manifestare, noi agricoltori abbiamo altrettanto il diritto di lavorare. Non è solo la loro categoria che sta subendo i rincari; noi produttori siamo forse anche più danneggiati rispetto agli autotrasportatori, basta vedere le aste giudiziarie del nostro territorio per rendersi conto in che situazione è l’agricoltura. Gli agricoltori siciliani continuano a lavorare nonostante per anni le decisioni siano state prese sulle nostre teste, privilegiando l’UE politiche agricole a favore dei Stati membri del nord Europa dove le dinamiche produttive sono molto diverse da quelle nostre mediterranee. Ecco perché non è il nostro territorio il luogo ideale per avanzare rimostranze nei confronti di chi prende le decisioni, semplicemente perché non sta qui!”
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Abbiamo raccolto le rimostranze di un produttore siciliano che stigmatizza non tanto le ragioni dello sciopero, ma le modalità in cui si sta configurando, con presidi e rallentamenti.
“Le ragioni degli autotrasportatori sono certamente legittime – ha detto Vittorio Gona dell’OP AlbaBio di Marina di Ragusa (RG) – ed è inaccettabile che il carburante sia schizzato letteralmente alle stelle negli ultimi mesi e, ancor di più, nelle ultime settimane. Del resto, anche i nostri mezzi agricoli sono alimentati a gasolio e quindi ne sappiamo qualcosa. Ancora una volta il nostro Paese paga un prezzo pesante per l’infelice scelta di aver lasciato la logistica Sud/Nord al solo trasporto su gomma, escludendo quello su rotaia/intermodale. In alcune parti della Sicilia, regione che paga il prezzo più alto per la sua marginalità territoriale, le tratte ferroviarie sono le stesse dai tempi dei Borboni: una vergogna vecchia quanto l’unità d’Italia”.
“Tuttavia, manifestare non significa danneggiare altre categorie come quella degli agricoltori – ha aggiunto Gona – Se gli autotrasportatori hanno il diritto di manifestare, noi agricoltori abbiamo altrettanto il diritto di lavorare. Non è solo la loro categoria che sta subendo i rincari; noi produttori siamo forse anche più danneggiati rispetto agli autotrasportatori, basta vedere le aste giudiziarie del nostro territorio per rendersi conto in che situazione è l’agricoltura. Gli agricoltori siciliani continuano a lavorare nonostante per anni le decisioni siano state prese sulle nostre teste, privilegiando l’UE politiche agricole a favore dei Stati membri del nord Europa dove le dinamiche produttive sono molto diverse da quelle nostre mediterranee. Ecco perché non è il nostro territorio il luogo ideale per avanzare rimostranze nei confronti di chi prende le decisioni, semplicemente perché non sta qui!”
Author: Gaetano Piccione
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